Progetto di prospezioni sistematiche del golfo
Dal 1991 l'area del golfo di San Vito è stata intensamente indagata, puntando però l'attenzione verso le zone con la maggior concentrazione di reperti, note a seguito di segnalazioni e ricerche non sistematiche; le indagini hanno messo in luce l'elevata potenzialità archeologica dell'area ed hanno permesso il rinvenimento di alcuni relitti e di materiali datati tra il IV secolo a.C. ed il XVI secolo d.C.
Alla luce degli importanti risultati ottenuti si è proposto alla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia un progetto di prospezioni sistematiche, suddivise in più campagne, al fine di connettere i dati noti alle aree non ancora indagate e di realizzare una mappa del potenziale archeologico del golfo. Data la vastità dell’area, il progetto è stato suddiviso in più campagne e le ricognizioni saranno effettuate durante i campi scuola internazionali di archeologia subacquea.
Nella fase preliminare alle indagini archeologiche saranno effettuati dei passaggi georeferenziati tramite Side Scan Sonar, al fine di ottenere il modello digitale del fondale da usare come base cartografica per le successive prospezioni. La fase successiva, da effettuarsi durante i campi scuola, prevede le ricognizioni sistematiche del tratto di mare prescelto per la campagna annuale con l’ausilio del sistema Ru.Na., un sistema prototipale di posizionamento subacqueo di proprietà della ditta Giano s.n.c.
Durante le immersioni il sistema Ru.Na. consentirà di posizionare, fotografare, disegnare e schedare preliminarmente le evidenze archeologiche, lasciandole in situ, e di delimitare con precisione le aree già indagate, evitando così passaggi ripetuti sullo stesso tratto di fondale ed evidenziando eventuali lacune nella maglia delle ricognizioni. Durante il campo scuola saranno inoltre svolte delle esercitazioni di disegno con metodi tradizionali, al fine di documentare oggetti di maggiori dimensioni, quali ancore o concentrazioni di reperti particolarmente rilevanti.
Nel corso delle campagne i reperti non saranno recuperati, salvo i casi in cui si evidenzi il pericolo di trafugamento e comunque previa autorizzazione del funzionario competente.
Tutti i dati acquisiti confluiranno in un sistema GIS, che evidenzierà le concentrazioni e le distribuzioni di materiale, permettendo la redazione della carta del potenziale archeologico dell’area; la schedatura preliminare dei reperti consentirà inoltre la caratterizzazione dei rinvenimenti e l’interrogazione del sistema in modo da ottenere delle carte tematiche.